Il vasto complesso conventuale noto come Eremita di Cesi o Eremo di Portaria sorge lungo l’antica strada che nel passato collegava Carsulae a Spoleto attraverso i monti Martani.
E’ collocato esattamente sul versante di Monte Torre Maggiore, posto tra Portaria, Cesi, Macerino e San Gemini, molto frequentato fino a tutto il Medio Evo; gia’ intorno all’VIII secolo vi sorgeva una piccolissima capella Benedettina presso la quale sosto’ anche San Francesco, frequentatore di questi luoghi.

Nel corso del XIII che sorse il primo convento a cui seguì la realizzazione di una chiesetta,dedicata all’Annunziata,con le stesse dimensioni della Porziuncola di Assisi. Il corpo conventuale crebbe in dimensione ed anche di importanza nel 300’. La presenza di frati si fece cosi’ nel tempo piu’ numerosa fino ad avere la necessità di ampliare il corpo conventuale in fasi successive. Nel 1420 vi giunse anche San Bernardino da Siena, alla cui opera si deve l’aspetto attuale.
La vita conventuale continuo’ ad esser intensa e proficua,centro di alta e rigorosa spiritualita’ Francescana. La tradizione vuole che la Corona Francescana, tuttora recitata dalle famiglie minoritiche, ebbe qui origine nel XV secolo 1440-42.
La vita monacale presso questo eremo proseguì fino all’unità d’Italia allorché fu colpito dal decreto Pepoli del 1860 con il quale il convento passò demanio dello Stato.
Tuttavia i religiosi furono autorizzati ad abitarvi fino al 17 gennaio 1867 quando con maniere non poco ortodosse, furono messi alla porta, senza farvi più ritorno.
Il complesso fu messo all’asta e alla fine acquistato dagli Eustachi che iniziarono il restauro.
Il 19 maggio 1991, Pentecoste, ”dopo lunghi anni di silenzio e di totale abbandono”, alla Romita e’ stata officiata la Santa Messa.
Il progetto di restauro dell’Eremita e’ oggi del tutto ultimato.